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IL QUADERNO TECNICO

rubrica condotta da Dario Mondini

SOGNI E REALTA'

Se i sogni dei minicestisti sono zeppi di canestri realizzati (magari al suono della sirena finale), di passaggi vincenti ed estemporanei e di "castelli" difesi con i denti, i più grandi continuano a sognare fantastiche imprese sui parquet di tutto il  mondo.

 

Tiro, palleggio, passaggio e difesa

sogni da trasformare in realtà, abilità da conquistare

 

Ogni individuo è un insieme di potenzialità biologiche e di caratteristiche diverse e le opportunità fornitegli attraverso molteplici forme di apprendimento ne determinano l'utilizzo.

 

Il gioco può rappresentare un valido detonatore nella costruzione delle mappe cognitive e comportamentali. Poiché "ogni scarrafone è bell a mamma soia", come affermava anche il grande e compianto Pino Daniele, attraverso il gioco si cerca di fornire ad ogni ragazzo i mezzi necessari per trasformarsi da scarrafone in giocatore completo.

 

L'esperienza rappresenta il punto di partenza di ogni apprendimento ed attraverso il ricordo si arricchisce l'esperienza. Dal momento che ogni condotta è dettata da un interesse inteso come consapevole legame tra bisogno e mezzo idoneo a soddisfarlo, il soggetto dell'apprendimento, ossia il ragazzo/atleta, dev'essere sempre il riferimento principale e costante.

 

Gli esercizi e le proposte atte a ricreare le situazioni di gara, sono il mezzo per perseguire l'obiettivo programmato in relazione alle capacità di ciascuno e dell'intero gruppo. L'allenatore ed il preparatore fisico sono i tutori di questo processo.

 

Per ottenere movimenti eseguiti con abilità, è necessario che gli impulsi provenienti dal Sistema Nervoso Centrale giungano ai  muscoli in numero ed in sintonia tale da instaurare una successione corretta di eventi integrati tra loro. Dal momento che, per eseguire un gesto in un campo di basket è necessaria l'esatta coscienza del proprio corpo in movimento, in relazione con lo spazio in cui agisce e con il tempo in cui si ritiene di essere in grado di farlo, una stimolazione percettiva stabile e costante può favorire sia l'apprendimento motorio che quello tecnico.

AUTONOMIA E COMPETENZA

L'obiettivo in uscita dal nostro Centro Minibasket è quello di un bambino autonomo e competente. Autonomo, in quanto capace di compiere le scelte legate alle situazioni di gioco in piena autonomia e senza l'ausilio del "nostro joystick"; competente, perché in grado di utilizzare correttamente, ma soprattutto adeguatamente, le conoscenze apprese durante l'intero percorso.

Facile enunciare il concetto, più complicato metterlo in pratica. Specie se ci si lascia prendere dall'ansia di vedere i bambini "messi bene in campo" fin dalla più tenera età o dalla preoccupazione di accontentare qualche genitore troppo "esigente".

La strada che abbiamo deciso di percorrere è quella dell'utilizzo dei fondamentali come strumento per strutturare e sviluppare progressivamente le capacità coordinative dei bambini. I quali sono sempre più ricchi di potenzialità intellettive, stimolate dai nuovi canali di apprendimento, ma evidenziano rilevanti limiti motorio-funzionali, e subiscono costantemente l'influsso dei familiari.

Pensiamo che sia giusto lasciar perdere il presente per proiettarci nel futuro, evitando di accontentarci di risposte a breve scadenza, foriere di risultati effimeri; immaginando che un lavoro ben fatto oggi significhi tanto per i ragazzi che saranno domani.

Nelle proposte riservate ai Pulcini, sollecitiamo gli schemi motori di base ed alleniamo, attraverso la multilateralità delle proposte, la percezione dello spazio e del tempo, il ritmo, la rapidità, l'equilibrio e la sensibilità delle mani e dei piedi.

Con gli Scoiattoli, tendiamo alla scoperta del giusto rapporto col campo e i suoi riferimenti, in presenza di fattori di disturbo quali avversari e compagni, utilizzando stimoli motori diversi e proponendo situazioni sempre nuove e collegate alle precedenti.

Finalizziamo gli interventi con gli Aquilotti all'atten-zione e la lettura delle situazioni, sviluppando la capacità di orientamento rispetto a distanze e sposta-menti. Padroneggiare, combinare ed integrare schemi motori porta anche ad un'esecuzione sempre più efficace dei fondamentali di gioco.

Stimolare la capacità di anticipare, prevedendo e de-cidendo immediatamente cosa fare, è l'obiettivo del-l'intervento con gli Esordienti. Pensiamo di raggiun-gerlo attraverso proposte che implichino consapevo-lezza delle capacità fisiologiche in relazione allo sforzo ed all'intensità del compito motorio.

Due idee da cui prende spunto il nostro modo di pensare riguardo al minibasket ed alla pallacanestro

La prima è che sono entrambi facce della stessa medaglia. Un bimbo che inizia a 5 anni e continua fino a 20, diventa uomo praticando lo stesso sport per 16 anni, per cui, potrebbe anche annoiarsi facendo sempre le stesse cose.

La seconda è che esiste un momento per scoprire, seguendo il naturale sviluppo fisico e mentale, ed un altro per perfezionare e specializzare. Gli anni tra i 5 ed i 12 sono quelli giusti per apprendere, quelli successivi sono determinanti nell'ottiuca del miglioramento fisico e tecnico.

Da questa analisi, scaturisce la nostra idea del prima... e del dopo...

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